Decreto Sicurezza, anche le regioni contro Matteo Salvini. Molti governatori pensano al ricorso alla Consulta, il vicepremier: loro pensano agli stranieri, noi agli italiani.
Si allarga la fronda di sindaci e presidenti delle regioni dissidenti che hanno manifestato il proprio dissenso al decreto Sicurezza facendo sapere di essere intenzionati a fare ricorso o a voler annullare i provvedimenti contenuti in una delle leggi più discusse e controverse approvate in questi sei mesi di governo a guida Lega-Movimento Cinque Stelle.
Decreto Sicurezza, anche le regioni contro Matteo Salvini
Dopo le manifestazioni di protesta da parte del sindaco di Palermo e da parte del sindaco di Napoli, la contestazione si è estesa ai presidenti delle regioni con Toscana ed Emilia Romagna pronte a fare ricorso contro il decreto Sicurezza.
Sono diversi i governatori che hanno fatto sapere di star valutando l’ipotesi del ricorso alla Corte Costituzionale contro una legge – a detta della fronda dei dissidenti – disumana e in aperto contrasto con i valori dell’Italia oltre che della Costituzione italiana.
Matteo Salvini: loro pensano agli stranieri, noi agli italiani
“Ci sono 119mila toscani in condizioni di povertà assoluta,si contano quasi 22mila domande per ottenere una casa popolare in tutta la Regione, si registra una sanità criticata da medici e utenti per le liste d’attesa, i tagli e i turni di lavoro massacranti. Eppure il governatore Enrico Rossi – ha dichiarato Salvini puntando il dito contro il governatore della Toscana – straparla del Decreto sicurezza che dà più legalità, risorse e strumenti agli amministratori locali. Lui pensa ai clandestini, noi agli italiani“.